Dal centro di Torino (piazza Castello a 12 km da Superga e mt 239 di altezza) quasi costeggiando il fiume Po, poi inerpicandoci a destra su una strada collinare da cui si gode una splendida vista sui dintorni di Torino e sulle sue montagne superando un dislivello di oltre 400 mt, arriviamo al colle di Superga (mt 670, secondo colle per altezza della collina torinese dopo quello del Faro della Maddalena alt. mt 715). Un tempo questo tragitto veniva percorso con carrettini e carrozze trainate da muli il cui noleggio avveniva in Corso Casale, poi, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Torino del 1884, venne inaugurato il collegamento tramite una tranvia con un originale sistema funicolare realizzato dalla ditta Agudio di Torino; tale sistema di trazione venne tenuto in servizio per 50 anni poi trasformato nel 1935 nell'attuale tranvia a dentiera con alimentazione a terza rotaia; la linea è lunga km 3,130 e supera il dislivello tra le due stazioni con una pendenza massima di 20°; per motivi tecnici la linea è saltuariamente gestita con bus. Un piccolo museo su questa storica linea è stato realizzato dall'Azienda Torinese Mobilità presso la stazione di Sassi.
La Basilica di Superga è una meta turistica d'obbligo
Dal piazzale antistante il tempio si ammira un'eccezionale panorama soprattutto al tramonto quando si delineano al di là della città in ombra le quinte progressive del "festante coro delle grandi Alpi". Lo hanno testimoniato personaggi famosi da J.J. Rousseau a Napoleone, da Stendhal a Le Corbusier. Dietro la basilica il panorama si apre verso le colline del Monferrato.
La sua storia
I principi Vittorio Amedeo II di Savoia ed il viennese Eugenio di Savoia, saliti sull'alto colle il 2 settembre 1706, per osservare le posizioni dell'esercito franco-spagnolo che da 4 mesi circa assediava la città, fecero, da questo luogo, voto alla Madonna delle Grazie per la liberazione di Torino, promettendo di fare costruire, sullo stesso colle, un grandioso tempio in caso di vittoria sui francesi. Tale voto avvenne di fronte alla statua lignea della Madonna ora conservata nella relativa cappella riproducente quella demolita per l'erezione della basilica. L'episodio è ricordato anche in un affresco e un quadro nella chiesa di S. Cristina in Piazza S. Carlo a Torino. Dopo un immane lavoro di sbancamento per quei tempi, per l'abbassamento della sommità del colle di oltre 40 mt onde avere così un ampia spianata per consentire l'impianto del tempio, alla quota di 670 mt., il 20 luglio 1717 veniva iniziata su progetto del grande architetto Filippo Juvarra la costruzione della "fabbrica" della Basilica e il 5 novembre 1731, 14 anni dopo, seppure incompleta, era inaugurata dal Carlo Emanuele III. La "fabbrica" del complesso venne orientata sull'asse della "stradone" o contrada di Francia (ora c.so Francia lungh. ~ 12 km). La pianta della basilica è circolare, anteriormente avanza con un imponente pronao sorretto da 8 colonne corinzie cui si accede da una solenne scalinata. L'altezza della basilica dal suolo alla punta della croce è di mt 75. La lunghezza interna è di 51 mt, mentre la larghezza è di mt 34; l'interno ha ricche cappelle con stucchi, marmi, pregevoli scultore e quadri. Notevole è il bassorilievo di Bernardino Cametti (1633) sull'altare maggiore riproducente il beato Amedeo di Savoia e la battaglia di Torino del 1706. - L'alta cupola domina il paesaggio circostante tra i due campanili (alti 60 mt) ispirati dal Borromini. Una scala a chiocciola interna alla Basilica conduce i visitatori sulla balconata esterna del tamburo della cupola, dove si ha una vista panoramica pure del suo complesso. - Interessante lungo il chiostro interno la "Sala dei Papi" con i quadri raffiguranti tutti i pontefici.
Le tombe dei Reali
I sotterranei della basilica custodiscono uno storico e artistico mausoleo nel quale sono raccolte le tombe dei Sovrani Sabaudi da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto (tranne Carlo Felice sepolto nell'Abbazia di Altacomba) e di altri 50 fra principi e principesse, cioè tutti quelli deceduti dopo il 1732. Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia, invece fu sepolto nel Pantheon romano. Idealmente a questa basilica sono legate altre due chiese di Torino, più umili e modeste, ma non meno importanti per la storia dell'assedio del 1706 e per la storia d'Italia: la Chiesa della Madonna di Campagna e la Chiesa di Nostra Signora della Salute (nel viale e via omonimi). Il convento dei cappuccini annesso alla chiesa della Madonna di Campagna divenne il quartier generale francese; dai suoi tetti i comandanti francesi scrutavano le opere dei torinesi assediati e fu teatro di cruenti scontri; la chiesa di Nostra Signora della Salute è poco discosta dalla prima in Borgo Vittoria; alcune vie intorno a questa portano ancora oggi nomi significativi quali: via del Ridotto, via delle Trincee, via del Campo, via dei Fornelli via e piazza Vittoria. A 248 anni dall'assedio, il 7 settembre 1956, si svolse a Superga una celebrazione per ricordare i tanti poveri soldati, che, da una 'parte o dall'altra, delle trincee avevano perduto la loro vita; tre piccole urne di cui due contenenti alcuni resti ossei prelevati dalle cripte delle due chiese ricordate e la terza contenente la pergamena che ricorda l'avvenimento, venivano solennemente qui accompagnate da un picchetto armato e dalle più alte autorità della città di Torino dopo una sosta al Santuario della Consolata proclamata patrona della Città di Torino; alla presenza dei Consoli delle 4 nazioni (Italia, Francia, Spagna e Austria) venirono calate nel loculo al centro del pronao della basilica, come ricorda una lapide a pavimento calpestata da tutti ma notata e letta da pochi che dice: "qui riposa / un combattente / degli eserciti / d'Austria, Francia, Piemonte e Spagna / caduto nell'assedio di Torino del 1706 / Trascorsi due secoli e mezzo / a rinnovato proposito / di amicizia tra i popoli / i suoi resti mortali / tratti dai sacrari della pianura / vennero consegnati / il 7 settembre 1956 / Custode materna la Vergine / alla Gloria di Superga". Sul piazzale antistante la Basilica, a destra, sorge il monumento eretto a ricordo di Re Umberto I, assassinato nel 1900 a Monza opera di Tancredi Pozzi (1902). Sulla colonna monolita l'aquila ferita rappresenta la morte del Sovrano.
Il tragico impatto dell'aereo del "Grande Torino"
Un altra "Torino" chiuse qui la sua stagione di gloria: la squadra del "Grande Torino Calcio". - Il 4 maggio 1949, di ritorno da una partita vittoriosa a Lisbona, l'aereo che riportava i calciatori in patria, causa forse principale le avverse condizioni atmosferiche, si schiantò contro la base del muraglione posteriore del complesso della Basilica. Morirono nella sciagura 31 persone: tutta la grande squadra granata (titolari e riserve) i sei accompagnatori e l'equipaggio. Una grande lapide ivi collocata ricorda la tragedia della leggendaria squadra ed è meta di pellegrinaggi di tifosi e turisti.